Neuromarketing per negozi

Neuromarketing per negozi

 

Siamo tutti abituati a comprare online e in negozio, ma quanto è diverso, dal punto di vista dei 5 sensi, e quindi del neuromarketing, comprare un formaggio in un negozio gourmet dove profumi e sapori possono essere utilizzati dal negoziante, rispetto a comprarlo online?

Sicuramente è una domanda retorica, ma data la risposta scontata, vediamo come aumentare la probabilità di acquisto in negozio, con il neuromarketing.

La prima operazione da fare è curare l’esterno del nostro negozio:

insegna, vetrina, ingresso, illuminazione, ecc. affinché aumenti l’attrattività del punto vendita, sopratutto di vitale importanza ai fini della vendita, il passaggio da fuori a dentro il nostro negozio.

Una volta dentro, gli aspetti che fanno da padrone sono:

  • l’esposizione dei prodotti,
  • l’uso dei manichini (se previsti),
  • l’odore,
  • il personale (chi è, quantità, outfit, predisposizione al cliente),
  • musica.

L’obiettivo è quello di creare per il cliente un ambiente in cui questo si senta a proprio agio e in cui passi volentieri del tempo, ovviamente più tempo passa all’interno del negozio, maggiore sarà la probabilità di acquisto.

La disposizione dei prodotti è fonadmentale: in prima linea posizioniamo i prodotti che ti identificano, oggetti che permettono al cliente di riconoscere il tuo stile. Dopo, considera di inserire nelle zone fredde, dove il traffico è meno frequente, oggetti molto grandi, capaci di attrarre l’attenzione.

Il momento del pagamento è decisivo, molti negozianti sottovalutano quel momento perché ormai hanno già venduto,

ma questo può ripercuotersi contro di loro, sia in termini di feedback negativi ma sopratutto di non ritorno in negozio (mancata fidelizzazione).

Il pagamento, è il momento in cui formalizziamo il passaggio di proprietà di un prodotto appena acquistato. L’emozione per la scelta è ancora alta e il cervello è già proiettato ad immaginare come sarà bello “vivere il prodotto” o, se si tratta di un regalo, quale sarà l’effetto sulla persona destinataria del dono.

Se l’esperienza è stata piacevole, il cliente avrà voglia di ripetere la medesima esperienza. altrimenti no.

Se il bene acquistato sarà confezionato con un packaging all’altezza delle aspettative, il nostro cervello attiverà il meccanismo della ricompensa e non proverà il dolore per la “perdita di denaro” che diventa accentuato quando si paga con i contanti.

Importantissima è la fila alla cassa, limitare il tempo d’attesa più possibile e magari omaggiare il cliente con un piccolo dono, quest’ultimo gesto farà venire voglia al cliente di tornare a trovarti, per una questione di “effetto reciprocità” il cliente si sentirà in debito nei confronti del venditore.

Aprire la porta e salutarlo con una stretta di mano, vuol dire riconoscere che si è instaurato con lui un rapporto che va oltre l’acquisto del prodotto e quindi dare valore alla relazione empatica instaurata tra negoziante e cliente.

In generale, un consiglio che mi sento di darti è di osare con soluzioni originali, per andare incontro ai bisogni reali dei clienti.

Chi è capace di distinguersi, diventa punto di riferimento per i clienti e sviluppa esperienze d’acquisto memorabili.

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