Il futuro del neuromarketing: le migliori strategie del 2025
Il neuromarketing – che combina neuroscienze e marketing – continua a rivoluzionare la relazione tra aziende/professionisti e consumatori, influenzando il comportamento di questi ultimi. Come? Leggi questo articolo per scoprirlo e per sapere cosa succederà da qui a poco.
Neuromarketing come presente e come futuro
Fino a qualche anno fa quando si parlava di neuromarketing erano pochi a sapere di cosa si trattasse. La maggior parte degli imprenditori, inoltre, lo reputava qualcosa di non indispensabile per il futuro della loro attività.
Ora la situazione è completamente cambiata: quasi la totalità delle medie e delle grandi aziende, nonché delle multinazionali, si avvale del neuromarketing per avere successo, soppiantando velocemente tutte quelle che non si sono aggiornate.
Cosa significa tutto questo? Che da qui a breve le PMI e i liberi professionisti, che non abbiano acquisito consapevolezza nel merito, spariranno.
Inghiottiti dalle tendenze
Anche quest’anno i consumatori, dentro e fuori dai social, sono stati letteralmente “inghiottiti” dalle tendenze. Ma come fanno queste a diventare tali?
Ovviamente grazie al neuromarketing, con la consapevolezza che l’attenzione degli utenti sia limitata, che il sovraffollamento di informazioni a cui siamo esposti online non aiuti ad agganciarli e che comprendendo come funzioni il cervello umano sia possibile superare l’ostacolo.
Le migliori strategie del 2025
Le migliori strategie di neuromarketing che quest’anno hanno conquistato gli utenti sono:
- la personalizzazione. Analizzare le risposte del potenziale cliente e personalizzare i prodotti o servizi significa aumentare in modo esponenziale la probabilità di conversione;
- l’emotional branding. Passare dal marketing classico del proprio brand al marketing emozionale consente di creare un legame emotivo con il pubblico e dunque non solo spingerlo all’acquisto, ma fidelizzarlo;
- l’assistenza vocale. Alexa e Siri sono soltanto alcuni degli esempi che dimostrano come – oltre ai video – le persone desiderano essere guidate. Via quindi al voiceover sui video, ai messaggi vocali e ai podcast per catturare l’attenzione e generare fiducia;
- la stimolazione sensoriale. Ognuno di noi utilizza un canale preferenziale per rapportarsi con il mondo. Per questo stimolare tutti i sensi significa aumentare la probabilità che le persone si trasformino in clienti affezionati. Musica, immagini, profumi, degustazioni, opportunità di prova, design emozionale ed esperienze immersive sono alcune mosse efficaci che guidano le persone verso l’azione che desideriamo.
Infine, nel 2024 si è assistito a una progressiva attenzione nei confronti dell’etica e quindi della sostenibilità. I marchi che rispettano maggiormente la privacy e l’ambiente, che non manipolano l’utente ma si avvicinano con atteggiamento di sincero interesse, hanno opportunità di successo almeno doppie rispetto ai competitors che non lo fanno.
La predittività dell’A.I. e delle nuove tecnologie
L’intelligenza artificiale, soprattutto se aggiunta alle altre tecniche comunemente utilizzate dal neuromarketing, può aiutarci a prevedere le preferenze dei consumatori con maggiore precisione e ad ottimizzare le campagne pubblicitarie.
Serve dunque dotarsi di sistemi di I.A. a pagamento? In realtà no, perché già i social che comunemente utilizziamo per le campagne pubblicitarie adottano l’intelligenza artificiale per migliorare le performance.
A noi spetta saper fare ciò che nessuna macchina potrà fare al posto nostro: connetterci con le emozioni del potenziale cliente e farlo innamorare del nostro marchio, dei nostri prodotti o dei nostri servizi.
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